Un’escursione in una fra le più suggestive zone della Toscana, conosciuta in tutto il
mondo per il suo vino e per la sua campagna di ineguagliabile fascino che
alterna boschi a coltivazioni di viti e olivi,
ove sorgono pievi romaniche, case coloniche, ville e castelli
di rara bellezza.
Il percorso che vi forniamo vi permetterà di far visita ai luoghi di più
particolare interesse storico-artistico oltre alla possibilità di visitare
alcune fattorie Castello più rinomate, dove potrete coniugare
il piacere dei paesaggi a quello dei sapori che questa zona offre, attraverso i
prodotti enogastronomici tipici.
Radda in Chianti.
L'area intorno al capoluogo risulta abitata fin
dal 2000 a.C., come dimostra l'area archeologica di Poggio la Croce dove sono
emersi i resti di un antico villaggio e dove, nel corso degli scavi effettuati
nell'ultimo decennio, sono stati riportati alla luce molti reperti.
Tra il IX e
X secolo la zona di Radda vide la nascita della società feudale che comportò
l'incastellamento dei villaggi. Il primo documento certo in cui si cita Radda è
un diploma del 1002 in cui l'imperatore Ottone III confermava la donazione fatta
dalla Contessa Willa in favore della Badia Fiorentina. La località Radda appare
in molti documenti della Badia Fiorentina fino al XII secolo. In un documento
della Badia a Coltibuono del 1041 viene riportato "Ramda judicaria fiorentina et
fesulana". In data 25 maggio 1191 l'imperatore Enrico VI concede il castello di
Radda e la sua corte in feudo ai Conti Guidi, lo stesso feudo venne nuovamente
confermato dall'imperatore Federico II, anche se già nel XIII secolo il
territorio raddese risulta dipendente da Firenze. Il castello venne saccheggiato
dai Senesi in una scorreria nel 1230 mentre nel 1268 fu occupato, insieme ad
altre località chiantigiane dalle truppe francesi guidate da Carlo d'Angiò.
Una
nuova occupazione e un nuovo pesante saccheggio Radda lo subì durante la seconda
invasione aragonese nel 1478. Amministrativamente Radda era il capoluogo della
Lega del Chianti, comprendete i terzieri di Radda, Gaiole e Castellina. Dalla
fine del XIII secolo divenne sede di un podestà nominato dai fiorentini e nello
statuto comunale del 1415 Radda venne confermata quale capoluogo della Lega. Tra
i podestà di Radda è da segnalare Francesco Ferrucci.
Nel XVII secolo, terminati
ormai i conflitti i castelli si trasformarono in ville signorili nelle quali i
proprietari si dedicavano alla produzione di vino.
Di particolare interesse sono
le mura, il palazzo del podestà e la ghiacciaia Granducale che oggi ospita un negozio.
Gaiole in Chianti.
Il suo primo ricordo si trova in una carta della Badia a Coltibuono
risalente al 1086 ed a quell'epoca gli abitanti dei vicini castelli di Vertine, Montegrossi
e San Donato in Perano iniziarono ad incontrarsi sul fondovalle, lungo il torrente Massellone
per scambiarsi le merci; inizialmente il mercato era situato ai piedi del castello di Barbischio.
Il mercato di Gaiole è citato in atti notarili fin dal 1215.
Nel XIV secolo Gaiole e la sua comunità entrarono a far parte della Lega del Chianti. Ancora
nel XVIII secolo il mercato di Gaiole era un importante avvenimento per la zona come testimoniò
nelle sue relazioni il granduca Pietro Leopoldo a seguito della visita fatta nel luglio 1773.
Fino all'inizio del XIX secolo amministrativamente faceva parte della provincia di Firenze
ma in epoca napoleonica, durante il Regno d'Etruria, venne inserito nel Dipartimento Senese e
in provincia di Siena rimane tutt'ora. Per molti anni fu sindaco Bettino Ricasoli.
Di particolare interesse in questa zona sono i numerosi castelli che popolano le campagne
circostanti il capoluogo, meritano sicuramente una visita: il castello di Meleto,
Badia di Coltibuono,
il castello di Montegrossoli e il castello di Barbischio.
Brolio.
Il Castello di Brolio anch'esso nella zona di Gaiole in
Chianti merita una citazione a se stante per la bellezza e la sua imponenza.
Da
alcuni documenti risalenti al X secolo appare che signore del castello di Brolio
e del suo distretto fosse un marchese Bonifazio figlio di un conte Alberto, il
quale nel 1009 donò alla Badia di Firenze, fra altre sue corti quella di Brolio
insieme col padronato della chiesa parrocchia di S. Regolo; donazione che fu poi
confermata alla stessa badia dall' imperatore Enrico II, nel 1012 e da Enrico
IV, nel 1074.
In seguito il territorio e castello di Brolio divenne, e si
conserva tuttora, patrimonio della famiglia nobile fiorentina dei Ricasoli. Il
primo atto pubblico rogato da questa casata nella loro corte di Brolio porta la
data del febbraio 1141 e in forza del quale Rodolfino di Rolando con suo figlio
Renuccino cedettero alcuni terreni alla Badia di Coltibuono. L'entrare a far
parte del territorio fiorentino coincise con la fortificazione massiccia del
castello che venne munito di bastioni e torri di vedetta. Infatti Brolio era l'
ultimo avamposto della Repubblica Fiorentina sul confine fiorentino-senese, e
dunque una postazione sensibile nello scacchiere militare del Chianti tant' è
che il castello fu vittima di numerosi attacchi.
Nel 1252 fu assalito e preso
dai Senesi e restituito ai Ricasoli solo l'anno dopo alla firma dell'
armistizio tra Firenze e Siena. Ancora nel 1434 Antonio Petrucci di Siena vi
penetro' con l' inganno e prese i prigionieri i Ricasoli fino a che la Signoria
di Firenze inviò in loro soccorso Neri Capponi che con i suoi uomini costrinse
Petrucci alla resa. Poi nel 1452 gli Aragonesi, alleati di Siena, posero sotto
assedio Brolio e Cacchiano ma non riuscirono ad espugnarle. Ben più devastante
fu l'attacco senese del 27 agosto 1478 perché furiosamente portato avanti a
colpi di bombarda. Nonostante Firenze avesse mandato l'Anghiarino, abile
stratega e capitano di ventura, a guidare la difesa del castello, sotto i colpi
di mortaio senesi parte delle mura caddero e la situazione si fece difficile.
Dopo la conquista fiorentina di Siena, Brolio fu
convertito, su progetto di Giuliano da Sangallo, in una prestigiosa residenza
signorile e in una imponente azienda agricola e soprattutto vinicola.
Nel visitare il castello potrete degustare anche i vini prodotti dalla tenuta è un percorso
da non perdere!
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Radda in Chianti |
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Il castello di Brolio |